Tricopigmentazione dopo la rimozione di una protesi
La Tricopigmentazione è una via di fuga sempre più popolare nel mondo dei portatori di protesi. La protesi rappresenta una soluzione non chirurgica al trapianto di capelli. Definita anche con i termini ricostruzione capillare o protesi capillare, è un impianto totale o parziale costituito da una combinazione di resine o tessuti ai quali si applicano dei capelli al fine di simulare una chioma ricca.
I capelli sono innestati o annodati ad una base che viene customizzata a seconda della forma e delle dimensioni dello scalpo dell’individuo, tenendo conto della sua situazione di partenza e delle sue richieste.
In passato gli impianti protesici causavano forti irritazioni al cuoio capelluto poiché non consentivano una corretta “respirazione” della pelle. Al giorno d’oggi le tecnologie si sono decisamente evolute e sul mercato si trovano protesi con prezzi non eccessivi che garantiscano una buona traspirazione.
Analizziamo ora in breve le principali tipologie di protesi disponibili sul mercato per poi soffermarci sulla profilassi necessaria perché la pelle del paziente sia nuovamente sana prima che questi si possa sottoporre a un trattamento di tricopigmentazione dopo la rimozione dell’impianto.
I tipi di protesi: un bilanciamento tra resistenza, qualità e manutenzione.
- Le protesi in monofilamento sono realizzate in tulle sottilissimo e permettono una buona traspirazione. Più nello specifico, le protesi lace hanno la caratteristica di essere molto sottili. Offrono una buona traspirazione e un’attaccatura frontale molto naturale. In particolare le lace svizzere permettono al portatore di mostrare la hairline senza alcun problema estetico.
- Le protesi a pellicola sono costituite da una membrana sottile e sono ancorate alla pelle tramite un tape. Questa tipologia di ricostruzione offre una naturalezza inferiore rispetto al lace e permette una traspirazione discreta.
- Le protesi siliconiche sono molto resistenti e spesse, permettono un innesto verticale dei capelli, offrendo di conseguenza una densità importante. Tuttavia, poiché molto spesse non permettono all’utilizzatore di portare i capelli pettinati all’indietro e non favoriscono una buona traspirazione. Questo causa forti irritazioni alla cute.
Le protesi richiedono molta più manutenzione di una tricopigmentazione
Come precedentemente indicato, le protesi di ultima generazione offrono una resa estetica notevole e permettono una buona respirazione. Tuttavia ogni protesi richiede una manutenzione continua e costante che, a seconda della tipologia che si indossa, si esegue a distanza di pochi giorni o, in rari casi, di circa un mese.
Sempre più spesso i portatori di protesi, stanchi di sottoporsi a questi continui interventi di manutenzione, decidono di rimuovere l’impianto e di sottoporsi a un trattamento di Tricopigmentazione.
L’unico effetto che si potrà ottenere è naturalmente quello rasato. L’obiettivo è permettere all’ex portatore di protesi di re-inserirsi nella sua dimensione sociale con la maggiore copertura possibile in modo da evitare uno “shock”. La sfera sociale dell’individuo è infatti costituita da persone abituate all’immagine di una chioma folta ed è quindi essenziale offrire nel breve termine una copertura molto alta.
Perché ciò sia possibile, è però necessario che la pelle sia completamente sana ed è per questo essenziale sottoporsi a una profilassi preventiva in vista del trattamento.
Se si eseguisse la seduta con la pelle irritata, si verificherebbe una rigenerazione cellulare eccessivamente veloce nei giorni successivi al trattamento. Di conseguenza il pigmento non stabilizzerebbe in modo corretto.
Profilassi preventiva, Post protesi | Pre tricopigmentazione.
Il tecnico può proporre due opzioni. La prima consiste nella rimozione totale della protesi per due settimane prima del trattamento di SMP. Naturalmente si tratta di un approccio radicale e decisamente invasivo, che non fa fronte alla necessità di offrire una copertura nell’immediato per un reinserimento nella società meno d’impatto.
La seconda opzione consiste invece nella rimozione della protesi ogni notte applicando una crema a base cortisonica sulla zona interessata, in modo da favorire la rigenerazione durante le ore notturne, permettendo al portatore di utilizzare la protesi durante il giorno.
È essenziale che il tecnico informi il cliente dell’importanza della profilassi per la buona riuscita del trattamento.